Acqua potabile, acque reflue, acque minerali. E ancora, superficiali, sotterranee o di una piscina. Il controllo della salubrità delle acque di consumo umano o con le quali l’uomo può venire a contatto è un aspetto cruciale nella vigilanza sulla sicurezza di esercizi commerciali, attività o luoghi privati.
La normativa di settore presenta vari riferimenti, riguardanti i differenti utilizzi dell’acqua o i differenti ambienti. Pariamo citando il Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano; per le acque superficiali e le reflue il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n.152 Norme in materia ambientale con i parametri di qualità elecati nell’allegato 2.
Quindi l’accordo Stato – Regioni del 16 gennaio 2003 relativo agli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio. I pozzi: ancora il citato Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31.
La sorveglianza sulla salubrità dell’acqua non può prescindere dal rispetto delle di riferimento, dai parametri chimici elencati, dalla frequenza dei test e dei prelievi.
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FONTE: QUOTIDIANO SICUREZZA
L’articolo L’analisi delle acque proviene da Quotidiano Sicurezza.
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