ROMA – Fumo passivo, spazi non regolamentati dalla Legge Sirchia, tutela della salute. Questo il tema del volume pubblicato dal Ministero della Salute e dal proprio gruppo di lavoro Gard – Un mondo dove respirare liberamente. Norme, effetti del fumo, proposte per la gestione del fumo passivo negli ambienti aperti, semi aperti e confinati.
Il volume passa innanzitutto rassegna le attuale e recenti politiche sanitarie nazionali e mondiali sulla lotta al tabagismo , alle malattie respiratorie e alle malattie croniche non trasmissibili. Il Piano di Azione Globale 2014-2020 per il controllo delle malattie croniche non trasmissibili Oms, il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, la Legge 8 novembre 2012, n. 189, la Legge 8 novembre 2013, n. 128, il Decreto Legislativo numero 6 del 12 gennaio 2016.
Successivamente passa ad analizzare gli effetti della sulla salute del fumo passivo e del fumo di terza mano, ovvero della contaminazione di un ambiente, delle tossine presenti in una stanza derivate da sigarette ormai spente, oppure presenti sulla pelle, sui capelli, sugli abiti di un fumatore.
L’esposizione a fumo passivo interessa ed è assolutamente inopportuna negli ambienti domestici, ma interessa anche gli ambienti aperti e semi aperti, l’esterno di luoghi uffici esercizi commerciali, oppure luoghi adiacenti ad altri nei quali è consentito fumare, con i livelli di concentrazione nell’aria che vengono influenzati dalla densità di fumatori presenti e da quanto sia angusta chiusa o ventilata l’area scelta. “Nei momenti di fumo attivo, i livelli di fumo passivo nelle aree esterne sono sovrapponibili a quelli rilevati nei luoghi chiusi in cui è permesso fumare. I livelli di fumo passivo nelle aree esterne, inoltre, cadono rapidamente al cessare dell’attività di fumo”.
Quindi buone pratiche di città e amministrazioni locali italiane per il divieto di fumo negli ambienti aperti, le norme in vigore in ogni Stato europeo e infine le conclusioni, ovvero proposte per nuove norme nazionali.
Obiettivo è estendere i divieti di fumo nelle aree aperte, negli spazi esterni di luoghi pubblici o luoghi di lavoro. Divieti già in vigore ad esempio in molti ospedali grazie a regolamenti interni.
Analizzata la letteratura e le indagini ad oggi disponibili, si ritiene quindi che i tempi possano essere maturi per proporre interventi normativi sul territorio nazionale più restrittivi relativamente all’ introduzione del divieto di fumo negli spazi all’aperto in presenza di minori, in particolare:
- ambienti semi-aperti o aperti di pertinenza degli esercizi di ristorazione, quali terrazze, dehors o gazebo;
- aree all’aperto di pertinenza di tutte le strutture sanitarie (ambulatori, stabilimenti ospedalieri o universitari, residenze sanitarie) ricomprese all’interno dei perimetri dei presidi;
- stadi, alle strutture/campi sportivi;
- luoghi di spettacolo all’aperto;
- parchi e/o giardini pubblici;
- spiagge con ombrelloni assegnati (stabilimenti balneari gestiti da assegnatari nell’ambito dei PUA – Piani Unici per gli Arenili), in particolare nelle aree gioco;
- frequentate dai bambini o nelle aree riservate alle famiglie con bambini;
- fermate degli autobus, tram, treni e metropolitane.
Info: Ministero della Salute, La tutela dal fumo passivo negli spazi confinati o aperti non regolamentati dalla Legge 3/2003 art.51 (Legge Sirchia) e successive modificazioni
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La gestione del fumo di tabacco in azienda volume Inail
FONTE: QUOTIDIANO SICUREZZA
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